Si chiama "Emma Watch" ed è un rivoluzionario progetto Microsoft presentato alla Build Conference 2017 a Seattle in Virginia. Si tratta di uno Smartwatch ideato da Haiyan Zhang e messo a punto dal team del Microsoft Research Innovation di Cambridge capace di ridurre sensibilmente i tremori alle mani delle persone malate di Parkinson. Sfruttando un meccanismo a vibrazione applicato direttamente sul polso, Emma Watch è in grado di "distrarre" il cervello di una persona affetta da Parkinson allo scopo di contrastare i tremori e stabilizzare la mano. La vibrazione del dispositivo può essere regolata attraverso un’apposita app per Windows 10. Ecco il video che dimostra l'efficacia di questo dispositivo.
Emma Watch non risolve la malattia, ma può rendere la vita un po’ meno complicata a tutte le persone che sono affette da questo morbo. Il nome "Emma", scelto per questo dispositivo, è ispirato a Emma Lawton, una giovane graphic designer affetta dal morbo di Parkinson (vedi il video) che ha accettato di provarlo e di fornire il proprio feedback al team della Zhang nella fase di sperimentazione del progetto.
Ad oggi, nel mondo, sono oltre 10 milioni le persone malate di Parkinson e nessuna cura efficace è stata ancora trovata. Per fortuna esistono anche ricercatrici come Haiyan Zhang e aziende disposte ad investire in ricerca come la Microsoft che consentono a questa gente di poter convivere con questa terribile malattia.
Ecco come si presenta oggi Viale Europa all'Eur (Roma) dopo la costruzione del nuovo centro dei congressi, la famosa "nuvola" dell'archistar Massimiliano Fuksas. E' evidente il notevole restringimento della carreggiata, ma fino a qualche giorno fa nessuno se n'era mai accorto. Il motivo? Un banalissimo errore di oltre due metri sul posizionamento dei pilastri che sostengono il basamento dell'intera infrastruttura. Dal punto di vista "tecnico" l'area sulla quale sorge il nuovo palazzo dei congressi non è conforme all'effettiva occupazione del suolo (sembra una barzelletta ma purtroppo le cose stanno proprio così). Un imbarazzante errore che non provoca solo un intralcio al traffico e al passaggio pedonale, ma che altera in maniera inequivocabile la visuale prospettica dell'intero viale che dovrebbe essere tutelato a livello architettonico e urbanistico dalla Sovrintendenza dello Stato.
In due parole gli architetti e gli ingegneri che hanno realizzato l'intero quartiere dell'Eur 70 anni fa hanno saputo fare molto meglio di quelli che hanno appena finito di costruire un solo palazzo avendo a disposizione come riferimento una delle strade più conosciute della capitale, un enorme viale che va dalla basilica dei Santi Pietro e Paolo fino all'Archivio Centrale di Stato. E adesso quel bellissimo viale, esempio architettonico del XX secolo, è stato definitivamente "rovinato" da qualche "genio" che non ha saputo fare bene i conti e che purtroppo lavorava a un'opera che doveva essere a sua volta un esempio di architettura. Complimenti! Chissà come avrà fatto il Bernini dopo la metà del 1600 ad imbroccare la posizione esatta di tutte le 284 colonne che ha fatto erigere a Piazza S. Pietro... mmah! E pensare che oggi ci sono i satelliti e numerosi altri strumenti di precisione che consentono di fare una mappatura millimetrica del territorio... il tutto alla faccia della burocrazia italiana, delle "tanto decantate" regole urbanistiche e delle "fantomatiche" certificazioni di qualità.
Al momento si sta cercando il "capro espiatorio", cioè il povero "sfigato" a cui attribuire tutta la responsabilità di questo "errorino", ma come al solito la patata bollente verrà rimbalzata per mesi, forse per anni... e alla fine la colpa non sarà di nessuno. Ma adesso bisogna decidere velocemente cosa fare per rimediare almeno in parte a questo scempio. Dal momento che il palazzo che contiene la "nuvola" non può essere "traslato" e memmeno "ristretto" bisognerà lavorare sul marciapiedi che nel frattempo è già stato completato e allestito con alberi e pali di illuminazione. Il tutto a spese dei contribuenti romani, ovviamente.
Si chiamava "Zyklon-B", veniva trasportato in barattoli sigillati sotto forma di granuli, ed era un potente insetticida e antiparassitario cianogenetico con cui i tedeschi nazisti hanno sterminato oltre un milione e mezzo di ebrei, rom e omosessuali nel campo di sterminio di Aushwitz nel sud della Polonia fino a quando i soldati russi, il 27 gennaio del 1945, riuscirono a liberare quei pochi superstiti che fortunatamente hanno avuto modo raccontare al mondo intero quello che era successo in quel terribile lager. Oggi, a 72 anni da quella liberazione, vogliamo e DOBBIAMO ricordare quella orribile mattanza di esseri umani che hanno perso la vita nel modo più atroce che si potesse mai immaginare.
Funzionava così. I deportati raggiungevano il campo di Aushwitz-II (Birkenau) accalcati per giorni nei freddi vagoni di un treno merci, senza acqua, senza cibo e senza nemmeno i servizi igienici. Poi venivano fatti scendere e subito veniva fatta una prima selezione. Gli invalidi, gli ammalati e gli anziani venivano immediatamente separati dagli altri per raggiungere le "docce", ovvero i capannoni dove venivano immediatamente sterminati col gas (acido cianidrico) per poi essere bruciati nei forni crematori. Gli altri venivano marchiati con un numero inciso sulla pelle con un rudimentale tatuaggio. Questi venivano poi condotti in altre aree del campo di sterminio e subivano ulteriori selezioni. Quelli più forti e in salute venivano costretti a lavorare per spostare, ammassare e bruciare i corpi delle vittime, altri venivano utilizzati come cavie per esperimenti condotti da alcuni medici, fra i quali c'era anche Josef Mengele, un giovane medico nazista che fu presto soprannominato "il dottor morte". Questo medico riuscì a scappare dal campo di sterminio prima dell'arrivo dell'esercito russo e si rifugiò in sud America dove per molti anni continuò a contemplare i risultati sei suoi macabri esperimenti con cui straziava e mutilava i corpi delle sue vittime che in genere selezionava personalmente. E quando si accorgeva che il suo esperimento era ormai concluso li ammazzava con una iniezione di fenolo direttamente al cuore.
Quando i soldati russi arrivarono alle porte di Aushwitz non potevano immaginare cosa fosse accaduto in quel posto nel corso degli ultimi anni, non capivano perché il colore della neve era sempre più grigio e il motivo per cui nell'aria c'era un forte odore acre man mano che si avvicinavano al campo. Poi quando sono entrati si sono trovati davanti a migliaia di superstiti straziati dalla fame e dalla paura, nonché a uno spettacolo che superava qualsiasi immaginazione, anche quelle più terrificanti! Mai nessuno avrebbe potuto immaginare un massacro di questa portata, un genocidio che neanche una mente criminale malata avrebbe potuto concepire. E' per questo che DOBBIAMO ricordare... SEMPRE!