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Nel mondo c'è tanta gente che "dice" di saper fare cose straordinarie, ma sono in pochi quelli che le sanno fare realmente...

Entomofagia

dic 072017

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Se solo sei mesi fa qualcuno mi avesse detto di mangiarmi un piatto di grilli fritti gli avrei risposto: "quello mangiatelo tu"... Poi però mi sono ricordato che vent'anni fa mio padre era molto preoccupato del continuo incremento demografico e mi diceva che un giorno il cibo non basterà per tutti. E allora mi sono informato meglio su questo argomento. Noi umani siamo fondamentalmente "onnivori", cioè in genere ci nutriamo sia con fonti di alimentazione primarie, di origine vegetale, sia con quelle secondarie, di origine animale. I vegetariani e i vegani per loro scelta utilizzano solo fonti primarie e da queste ricavano le proteine sufficienti per il loro sostentamento. Però entrambi queste fonti per la nostra alimentazione a loro volta necessitano di altre fonti di energia e producono scarti in quantità differenti in base alla loro natura. In parte questi scarti sono sostenibili e quindi riciclabili, e in parte no. Inoltre, sia i vegetali che gli animali hanno bisogno di molta acqua per crescere e vivere, i primi hanno anche bisogno di terreno coltivabile, mentre gli animali a loro volta si nutrono sia di alimenti di origine vegetale che di origine animale. In più essi producono escrementi che soltanto in parte aiutano ad alimentare le nostre coltivazioni, ma producono anche una buona parte dei gas serra responsabili dei cambiamenti climatici.

Quindi fino a che punto gli allevamenti di animali e le coltivazioni per uso alimentare possono essere considerati "sostenibili"? Nel mondo oggi esistono centinaia di migliaia di "allevamenti intensivi" e che sono in continua crescita solo per scopi alimentari del genere umano che, col passare degli anni, ha raggiunto una popolazione di oltre 6 miliardi di individui ed è purtroppo destinata a crescere. Con questo ritmo nel 2050 si arriverebbe addirittura a raggiungere i 9 miliardi di persone. A questo punto è ovvio immaginare le conseguenze, 9 miliardi di persone dovranno pure attingere a fonti di alimentazione per sopravvivere. I vegetali hanno bisogno di vasti appezzamenti di terreno fertile, risorse che col passare del tempo si stanno riducendo sempre di più a causa della progressiva desertificazione dei territori. E senza vegetali anche moltissimi animali non saprebbero più come nutrirsi.

Ecco che nasce l'idea di aggiungere gli insetti alla nostra alimentazione quotidiana. Dal primo gennaio dell'anno prossimo in alcuni Paesi europei verrà dato il via libera per la commercializzazione di alcuni tipi insetti e di larve per uso alimentare, questo vuol dire che troveremo in commercio i grilli, le larve di lepidotteri e quant'altro di commestibile direttamente nei supermercati. Pertanto, allo scopo di garantire cibo sufficiente per tutti mantenendo alto il livello di sostenibilità si è pensato di diffondere anche in Italia la commercializzazione di insetti per uso alimentare. Quindi oltre ai "vegetariani" e ai "vegani" nel 2018 in Italia ci saranno pure gli "entomofagi", ovvero gente che preferirà nutrirsi di insetti, o meglio "anche" di insetti.

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Nella tabella sopra riportata è possibile osservare che la percentuale di commestibilità per unità di peso dei grilli (Cricket) sia nettamente superiore a quella del pollame (Poultry), dei suini (Pork) e dei bovini (Beef). Questo significa che gli "scarti" degli insetti sono decisamente inferiori a quelli che vengono prodotti da allevamenti intensivi di altri animali per uso alimentare. Inoltre, secondo i dati raccolti dalla biologa Giulia Maffei e da Giulia Tacchini nel volume "Un insetto nel piatto" (Red edizioni), con 10 chilogrammi di foraggio e l’impiego di 15.500 litri di acqua, attraverso l’allevamento bovino si può ottenere 1 kg di carne, oltre a 9 kg di letame e 14,8 kg di CO2. Con gli stessi 10 chili di foraggio si possono ottenere 9 kg di carne di grillo, utilizzando meno di un litro d’acqua, producendo un solo chilo di deiezioni animali rispetto all’allevamento bovino e un decimo di CO2. Oltretutto gli insetti generalmente si nutrono di "scarti" vegetali e animali, per cui non sarebbe necessario preparare dei cibi "ad hoc" per allevare gli insetti. Ma come è già accaduto in passato, c'è da aspettarsi che prima o poi anche gli allevatori di insetti troveranno il modo di mettere in commercio "larve giganti", magari utilizzando ormoni o qualche altro intruglio chimico...

Ma cosa potrebbe succedere agli umani qualora decidessero di nutrirsi anche di insetti? Beh, questa valutazione è già stata fatta dall'Università di Firenze ed è stata raccolta nel documento che potete leggere cliccando QUI. In due parole si può riassumere che, pur essendo molto alta la carica microbica totale contenuta in un alimento a base di insetti (CMT), pare che il quantitativo di batteri pericolosi e di tossine presenti in questi alimenti sia abbastanza contenuto, quindi sembrerebbero adatti anche all'uso alimentare umano. Si dice che abbiano un sapore neutro, quindi dovrebbero essere adatti alla preparazione di cibi sia dolci che salati. Staremo a vedere, rimane solo da capire come gli chef stellati e i pasticceri saranno in grado di elaborare queste prelibatezze della "nouvelle cousine" a base di insetti... Sarà molto divertente vedere Knam, Cracco e Cannavacciuolo alle prese con queste "gustose specialità".

Emma Watch e il parkinson

giu 282017

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Si chiama "Emma Watch" ed è un rivoluzionario progetto Microsoft presentato alla Build Conference 2017 a Seattle in Virginia. Si tratta di uno Smartwatch ideato da Haiyan Zhang e messo a punto dal team del Microsoft Research Innovation di Cambridge capace di ridurre sensibilmente i tremori alle mani delle persone malate di Parkinson. Sfruttando un meccanismo a vibrazione applicato direttamente sul polso, Emma Watch è in grado di "distrarre" il cervello di una persona affetta da Parkinson allo scopo di contrastare i tremori e stabilizzare la mano. La vibrazione del dispositivo può essere regolata attraverso un’apposita app per Windows 10. Ecco il video che dimostra l'efficacia di questo dispositivo.

Emma Watch non risolve la malattia, ma può rendere la vita un po’ meno complicata a tutte le persone che sono affette da questo morbo. Il nome "Emma", scelto per questo dispositivo, è ispirato a Emma Lawton, una giovane graphic designer affetta dal morbo di Parkinson (vedi il video) che ha accettato di provarlo e di fornire il proprio feedback al team della Zhang nella fase di sperimentazione del progetto.

Ad oggi, nel mondo, sono oltre 10 milioni le persone malate di Parkinson e nessuna cura efficace è stata ancora trovata. Per fortuna esistono anche ricercatrici come Haiyan Zhang e aziende disposte ad investire in ricerca come la Microsoft che consentono a questa gente di poter convivere con questa terribile malattia.

Roba da non credere...

mag 032017

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Ecco come si presenta oggi Viale Europa all'Eur (Roma) dopo la costruzione del nuovo centro dei congressi, la famosa "nuvola" dell'archistar Massimiliano Fuksas. E' evidente il notevole restringimento della carreggiata, ma fino a qualche giorno fa nessuno se n'era mai accorto. Il motivo? Un banalissimo errore di oltre due metri sul posizionamento dei pilastri che sostengono il basamento dell'intera infrastruttura. Dal punto di vista "tecnico" l'area sulla quale sorge il nuovo palazzo dei congressi non è conforme all'effettiva occupazione del suolo (sembra una barzelletta ma purtroppo le cose stanno proprio così). Un imbarazzante errore che non provoca solo un intralcio al traffico e al passaggio pedonale, ma che altera in maniera inequivocabile la visuale prospettica dell'intero viale che dovrebbe essere tutelato a livello architettonico e urbanistico dalla Sovrintendenza dello Stato.

In due parole gli architetti e gli ingegneri che hanno realizzato l'intero quartiere dell'Eur 70 anni fa hanno saputo fare molto meglio di quelli che hanno appena finito di costruire un solo palazzo avendo a disposizione come riferimento una delle strade più conosciute della capitale, un enorme viale che va dalla basilica dei Santi Pietro e Paolo fino all'Archivio Centrale di Stato. E adesso quel bellissimo viale, esempio architettonico del XX secolo, è stato definitivamente "rovinato" da qualche "genio" che non ha saputo fare bene i conti e che purtroppo lavorava a un'opera che doveva essere a sua volta un esempio di architettura. Complimenti! Chissà come avrà fatto il Bernini dopo la metà del 1600 ad imbroccare la posizione esatta di tutte le 284 colonne che ha fatto erigere a Piazza S. Pietro... mmah! E pensare che oggi ci sono i satelliti e numerosi altri strumenti di precisione che consentono di fare una mappatura millimetrica del territorio... il tutto alla faccia della burocrazia italiana, delle "tanto decantate" regole urbanistiche e delle "fantomatiche" certificazioni di qualità.

Al momento si sta cercando il "capro espiatorio", cioè il povero "sfigato" a cui attribuire tutta la responsabilità di questo "errorino", ma come al solito la patata bollente verrà rimbalzata per mesi, forse per anni... e alla fine la colpa non sarà di nessuno. Ma adesso bisogna decidere velocemente cosa fare per rimediare almeno in parte a questo scempio. Dal momento che il palazzo che contiene la "nuvola" non può essere "traslato" e memmeno "ristretto" bisognerà lavorare sul marciapiedi che nel frattempo è già stato completato e allestito con alberi e pali di illuminazione. Il tutto a spese dei contribuenti romani, ovviamente.

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